Da quando pratico il metal detecting leggendo su forum e gruppi facebook ho notato come ci siano ancora tanti miti su questo fantastico hobby, credenze e convinzioni spesso basate più su equivoci che sulla reale teoria tecnica e pratica sul campo. Mi sono quindi permesso di elencare alcuni punti più controversi.
È legale usare il metal detector nel 2023?
Il dubbio è sostanzialmente se in Italia, dato che è possibile acquistare liberamente un metal detector, il suo uso sia sostanzialmente illegale. Con molta cautela potremmo affermare che questo è falso. Almeno da un punto di vista generale è infatti opinione molto dibattuta se l’ utilizzo del metal detector nel territorio italiano sia più o meno lecito e se le norme che regolano il nostro paese, specie quelle che riguardano i beni culturali, pongano di fatto un divieto di fare metal detecting in italia.
Per analizzare la situazione, iniziamo dalle basi:
“Cos’è un metal detector”?
Almeno per quanto riguarda il campo hobbistico ricreativo (che è quello che ci interessa): se andiamo a leggere la definizione che ne dà l’enciclopedia Treccani troveremo che il “metal detector”
Nome generico di dispositivo elettromagnetico per rivelare la presenza di oggetti metallici. È costituito essenzialmente da una sorgente di onde elettromagnetiche e da un sistema per la rilevazione della variazione del campo elettromagnetico in presenza di corpi metallici. Il m. assume forma, dimensioni e caratteristiche del segnale diverse al variare del tipo di applicazione: per es., esiste il m. per la ricerca di eventuali armi ai cancelli d’imbarco degli aeroporti o il m. per la ricerca di oggetti metallici interrati.

In questa prima parte della definizione si dà una descrizione generica della sua funzione, del suo principio di funzionamento e di alcune sue forme applicative. Tutte cose che più o meno tutti noi conosciamo.
Ma la definizione della Treccani prosegue così:
“può essere indicato con questo nome il dispositivo utilizzato per la prospezione (tradotto: “per lo studio e analisi”) del sottosuolo al fine di ricognizione archeologica: in tale caso lo strumento deve rilevare l’assenza di qualsiasi materiale conduttore qual è il terreno, cioè la presenza nel sottosuolo di spazi vuoti.“
Quindi se ci fermassimo solo alla definizione della Treccani un metal detector per fini di ricognizione archeologica dovrebbe avere non solo la funzione di rilevamento dei metalli ma anche quella di rilevare cavità. Ma questa cosa della rilevazione delle cavità la maggior parte dei detector hobbistici in commercio non riesce assolutamente a farla. È indubbiamente molto interessante ma temo che questa definizione enciclopedica non basti a fugare ogni dubbio.
Normativa vigente e fonti legali autorevoli
Andiamo avanti e consultiamo questa volta fonti legali autorevoli assieme alla vigente normativa: stiamo parlando naturalmente del codice civile di quello penale e del celebre codice dei beni culturali e del paesaggio..
Troviamo che questi stabiliscono che, salvo autorizzazioni concesse dal ministero dei beni culturali ambientali, è assolutamente proibito effettuare scavi archeologici. Pone inoltre delle definizioni un po’ generiche su ciò che è considerato un bene culturale e meritevole di tutela e che quindi sostanzialmente appartiene allo stato per definizione.
Ma è qui che ci poniamo una prima domanda: “l’attività di metal detecting dato che prevede ovviamente una fase di scavo per il recupero degli oggetti metallici può essere considerata alla stregua di uno scavo archeologico che come appena detto è assolutamente vietato?”
Rispondere a questo quesito non è affatto semplice. Numerosi esperti di diritto sono convinti che i ritrovamenti effettuati con il metal detector siano sostanzialmente fortuiti, ovvero semplicemente casuali.
Questo perché come tutti sappiamo, se è vero che un metal detector non può indicare la presenza di un oggetto metallico sepolto, non è assolutamente in grado di stabilire a priori se questo oggetto ha un valore archeologico o se invece è un semplice pezzo di metallo. Magari una banale lattina di coca cola o un ferro di cavallo.
Cosa fare in caso di ritrovamento di un bene archeologico

Secondo la normativa, l’opportunità del ritrovamento anche nel caso di un bene archeologico permette sempre al cercatore di avere 24 ore di tempo per denunciare il ritrovamento alle autorità e attuare tutte le dovute accortezze per la sua conservazione affinché l’oggetto venga poi preso in consegna e valutato dagli esperti del ministero.
Attenzione quindi, nel caso di ritrovamento fortuito anche con il metal detector è obbligatoria la denuncia alle autorità entro 24 ore, oltre alle misure di conservazione. Ma non la tassativa consegna.
In alcuni casi se lo scopritore teme che il bene possa rovinarsi, o ritenga che non sia possibile la sua custodia sicura sul posto, ha la facoltà e non l’obbligo di rimuovere l’oggetto dal posto fino alla visita delle autorità.
Secondo questa parte della dottrina inoltre mancherebbe la volontà da parte dell’operatore di compiere una vera e propria attività finalizzata espressamente al recupero di oggetti con valore archeologico, limitandosi alla semplice attività ricreativa nel ritrovare e recuperare oggetti metallici di qualsiasi tipo.
Anche perché nella maggior parte dei casi chi utilizza un metal detector non è detto che possiede le necessarie competenze per riconoscere un bene archeologico da quello che non lo è, e aggiungiamo inoltre che l’operazione di riconoscimento è comunque sempre in capo alla soprintendenza o al ministero e mai a soggetti terzi.
Se utilizzo il metal detector per cercare le chiavi smarrite di un amico o un oggetto personale di un parente o addirittura ho la passione per i meteoriti, possiamo dire che sto facendo un’attività finalizzata allo scavo archeologico? direi proprio di no. Altrimenti anche chi utilizza strumenti per verificare la presenza di tubature metalliche o cavi elettrici prima di effettuare uno scavo edile o semplicemente il contadino che usa l’aratro per solcare i suoi terreni per la semina potrebbe essere facilmente accusato di fare potenziali scavi archeologici.
A tale proposito poi vale la pena aggiungere che non tutti gli oggetti cosiddetti vecchi rientrano nella categoria dei beni culturali.
Devo denunciare una moneta?

Per fare un esempio, quando la legge parla delle monete, dice che “sono beni culturali quelle cose di interesse numismatico (ovvero le monete) che in rapporto all’epoca, alle tecniche ai materiali di produzione, nonché al contesto di riferimento, abbiano un carattere di rarità o di pregio” (https://lexambiente.it/materie/beni-culturali/147-cassazione-penale147/13178-beni-culturali-cose-di-interesse-numismatico.html). Sarà quindi necessario che la moneta per essere considerata meritevole di tutela non sia solo vecchia. E qui il codice parla di più di 50 anni, ma che possiede anche altri particolari requisiti ed in particolare rarità e pregio. Va da sé che una moneta da cento lire del 1970 che tecnicamente ha più di 50 anni, salvo casi molto particolari, non possiede nè particolare rarità nè pregio. Dunque normalmente non rientrerà nelle tutele dei beni culturali e non ci sarà obbligo di denuncia. Resta però un obbligo tassativo l’assoluto divieto di effettuare ricerche con metal detector o comunque fare scavi in zone a vincolo archeologico o paesaggistico a prescindere che siano presenti i cartelloni e reti o qualsiasi altra forma di indicazione o limitazione.
Zone a vincolo archeologico e paesaggistico
In questo caso si parte dal presupposto che chi usa uno strumento di rilevazione o di scavo in queste zone abbia la volontà espressa di recuperare oggetti archeologici, cosa che come abbiamo già detto è assolutamente vietata e dà luogo a denuncia penale.
Ma quanto dobbiamo restare lontani da zone a vincolo archeologico paesaggistico per non commettere un’infrazione? Stiamo ovviamente parlando delle cosiddette distanze di rispetto. In effetti il codice dei beni culturali non dà alcuna indicazione né precisa né generica, in tal senso si tratterà quindi di usare il nostro buon senso e la nostra responsabilità per valutare a quanti metri di distanza ci dovremo tenere. Detto tra noi io consiglio a tutti almeno 500 metri. Certo questa misura non è prevista in nessuna legge, ma credo che possa onestamente essere sufficiente nella maggior parte delle situazioni. È ovvio che se ci troviamo vicini ai fori imperiali di Roma, passatemi la battuta scherzosa, direi che 500 metri sono sicuramente troppo pochi.
Ritrovamento oggetti smarriti

Se invece si trovano con cerca metalli oggetti smarriti come un anello prezioso in spiaggia, il codice civile e quello penale (https://www.brocardi.it/codice-civile/libro-terzo/titolo-ii/capo-iii/sezione-i/art927.html) prevedono che si debba consegnarli al sindaco del comune dove sono stati ritrovati. Altrimenti si potrebbe essere passibili di una sanzione amministrativa che può arrivare fino a ben 8 mila euro. Se dopo 12 mesi dalla consegna non è stato fatto nessun reclamo, l’oggetto ci verrà restituito e ne saremo legittimi proprietari. In caso contrario la legge prevede che al ritrovatore spetterà una percentuale del valore dell’oggetto. Come sempre sarà la nostra personale responsabilità e senso etico civico a farci decidere cosa fare.
Conclusioni
Alla fine di questo articolo il messaggio conclusivo che vorrei che vi arrivasse è che non è l’uso del metal detector ad essere illegale come qualcuno vorrebbe far intendere, ma semplicemente il modo scorretto di utilizzare questo strumento che può portare a sanzioni esattamente come un comune coltello da cucina. Possiamo acquistarlo liberamente ovunque e utilizzarlo per tagliare pomodori e carote. Ma certamente non possiamo portarcelo in giro quando facciamo una passeggiata in centro.
Naturalmente potremmo continuare a parlare di questo argomento per ore e ore, e ci sono anche dei disegni di legge ancora non approvati in via definitiva che introdurranno alcune modifiche al codice, che però sarebbe meglio discutere in un altro articolo.